Intervento di Fabio Castelli

«Per dare testimonianza del potere dell’arte e del mio amore – soprattutto per l’incisione prima e la fotografia poi – mi fa piacere accompagnarvi e farvi vedere alcune opere – una breve selezione – che sono entrate negli anni a far parte della mia collezione e che hanno un significato particolare per me. 
Nel video potete vedere, ad esempio, un Hoepfner del 1945 che amo in modo particolare, un Karl Struss del 1920 con una cornice giapponese molto interessante, due fotografie di Renato di Bosso (fotografie di sculture accostate ad una scultura). Poi un’incisione di Albrecht Dürer che ho molto amato, “San Girolamo nella cella” del 1514. Una xilografia di Hiroshige, che mi interessò per il suo approccio ed un sapore liberty. Sempre di stile liberty, un manifesto sull’arte della fotografia che mi ha intrigato particolarmente. Infine un’opera chiave del mio passaggio di interesse dall’incisione alla fotografia, ed è un’opera in cliché-verre di Corot».

Karl Struss (New York 1886 – Santa Monica 1981) è stato un direttore della fotografia e fotografo statunitense. Vinse l’Oscar alla migliore fotografia per il film Aurora di Murnau nel 1929. Collaborò ad esempio a film come Il Grande Dittatore di Chaplin. Prima di giungere al cinema si affermò come uno dei più geniali fotografi newyorkesi. Fu tra i primi direttori della fotografia a mettere da parte il lavoro sulla camera per concentrarsi sull’illuminazione. Fu tra i primi a girare con i negativi pancromatici e dominò con maestria i filtri colore per il bianco e nero, adottati anche per le trasformazioni di Fredric March in Dr. Jekyll and Mr. Hyde.

Renato Di Bosso Scultore (Verona 1905 – 1982) nome d’arte per Renato Righetti. Si accostò alla poetica futurista attraverso la frequentazione di Alfredo Ambrosi conseguentemente lesse Pittura e scultura futuriste di Boccioni. Nel 1931 Renato Di Bosso Scultore, alla presenza di Marinetti, fu tra i fondatori del Gruppo futurista Veronese. Dunque, nel 1933, dopo aver contribuito alla realizzazione di vari Manifesti, partecipò alla I Mostra Nazionale d’ arte futurista di Roma. lo scultore Renato dal bosso Animato da un continuo sperimentalismo realizzò numerose opere sia di aeropittura che di aeroscultura nonostante una lunga pausa seguita agli anni della guerra.

Albrecht Dürer (Norimberga, 1471 – 1528) è stato un pittore, incisore, matematico e trattatista tedesco.  Figlio di un ungherese, viene considerato il massimo esponente della pittura tedesca rinascimentale. “San Girolamo nella cella” è la terza incisione della famosa serie Tre “Incisioni di officina” su rame. San Girolamo nella cella è una rappresentazione allegorica di uno stile di vita contemplativo. Il vecchio è seduto al banco della musica nella profondità della cella, in primo piano un leone è allungato. La luce penetra attraverso le finestre in questa dimora tranquilla e accogliente, tuttavia i simboli che ricordano la morte invadono qui: un teschio e una clessidra. San Girolamo nella cella è un’incisione a bulino (25,9×20,1 cm), del 1514 e una delle migliori copie esistenti è conservata nella Staatliche Kunsthalle di Karlsruhe.

Hiroshige (Edo, 1797 – 1858) è stato un incisore e pittore giapponese. Assieme a Hokusai è considerato uno tra i principali paesaggisti giapponesi dell’Ottocento e fra i più celebri rappresentanti della corrente artistica Ukiyo-e. La produzione artistica di Hiroshige annovera diversi generi, tra cui stampe di attori, guerrieri, cortigiane, ma l’oggetto principale della sua arte fu la natura nelle sue molteplici espressioni. La contemplazione della natura e la successiva rappresentazione in chiave morfologicamente armonica, è ciò che distingue Hiroshige dagli altri pittori-incisori del suo tempo. Nell’arco di tutta la sua vita Hiroshige creò circa 400 incisioni. La serie più famosa di Hiroshige è “Le 100 vedute famose di Edo”. Hiroshige ebbe straordinaria influenza sulla pittura europea di fine Ottocento. Principalmente tale influenza si manifestò sull’impressionismo e sul post-impressionismo.

Jean Baptiste Camille Corot (Parigi, 1796–1875) e il cliché-verre. Intorno alla metà dell’Ottocento comparve una tecnica di riproduzione seriale che associava l’antica e paziente attività dell’artista incisore all’innovazione portata dall’invenzione della fotografia. Il cliché-verre, così si chiama questo  procedimento ormai in gran parte dimenticato, si basava pur sempre sul totale controllo esecutivo operato dall’artista, così come accadeva nelle antiche tecniche incisorie, con in più la novità di poter sfruttare gli effetti della luce su una carta sensibile. Non si tratta, come avviene in pratica spesso oggi, di eseguire un generico disegno che viene poi in qualche modo riprodotto tipograficamente, ma di eseguire una vera e propria incisione su vetro, per sfruttare poi l’effetto della luce sulla carta sensibile. L’effetto finale è molto simile a quello dell’acquaforte, con la possibilità però di creare cromatismi particolari. Non furono molti gli artisti che si cimentarono col cliché-verre, ma tutti importanti. Millet, Rousseau, Delacroix, Daubigny.  Ma chi si innamorò letteralmente  di questo procedimento fu Jean Baptiste Camille Corot. Il grande pittore apprese la tecnica intorno al 1853, e in poco più di venti anni realizzò 66 lastre di qualità splendida. 

Biografia

FABIO CASTELLI | Imprenditore del settore siderurgico e Information Technology sino all’anno 2000. Collezionista d’arte e di fotografia. Negli anni Ottanta socio della Galleria d’Arte Daverio di Milano. Dal 2001 consulente della Direzione Centrale e del settore Musei e Mostre del Comune di Milano. Organizzatore ed esperto per il settore fotografia delle aste d’arte contemporanea per la Casa d’Aste Farsetti. Dal 2003 al 2008 promotore e direttore artistico di Fotografia Italiana, galleria d’arte specializzata nella fotografia italiana e direttore responsabile della pubblicazione “Pagine di Fotografia Italiana”. Dal 2011 ideatore e direttore artistico di MIA Photo Fair, la fiera d’arte internazionale dedicata alla fotografia e all’immagine in movimento in Italia. Grazie alla profonda conoscenza del mercato dell’arte coniugata con una pluriennale competenza ed esperienza nella gestione aziendale, crea nel 2017 MIA Photo Fair Projects, che è oggi il partner privilegiato per la definizione e realizzazione di esclusivi progetti di consulenza sia per lo sviluppo di attività aziendali rivolte al mondo dell’arte sia per lo sviluppo di strategie di comunicazione aziendale che utilizzano il linguaggio della fotografia d’arte.