Dedicato a Umbro Apollonio, una delle figure più prestigiose nel campo della critica dell’arte contemporanea, docente universitario nonché direttore dell’Archivio della Biennale di Venezia dal 1949 al 1968, il museo si ispira principalmente alla corrente artistica del Neo–Costruttivismo, una struttura singolare in Italia nella quale si contano oltre 150 opere di artisti di fama internazionale. Tra gli artisti della collezione troviamo: Alberto Biasi, Agostino Bonalumi, Julio Le Parc, Gaetano Kanizsa, Manfredo Massironi, Bruno Munari, Shizuko Yoshikawa, Jean-Pierre Yvaral, Jörg Glattfelder e molti altri.
Il Museo Civico d’Arte contemporanea “Umbro Apollonio” fondato nel 1981 dal Comune di San Martino di Lupari in provincia di Padova rappresenta l’atto conclusivo di una molteplicità di iniziative atte a divulgare l’arte contemporanea che presero il via dalla Biennale d’Arte Contemporanea di San Martino di Lupari promossa dal gruppo APL del comune e, in particolare, da Edoer Agostini, artista che a partire dagli anni ‘60 espose e collaborò con gli artisti appartenenti al Gruppo N, Gruppo T, GRAV di Parigi e il Gruppo Zero di Dusseldorf.
La Biennale, svoltasi dal 1971 al 1985, coinvolse i protagonisti dell’arte programmata e ottico-cinetica europea, sudamericana e giapponese, portando in tal modo la città natale dell’artista ai vertici dell’arte contemporanea internazionale. Un corpus di opere che si caratterizzano per la loro diversità nella tipologia e nella tecnica di realizzazione: dipinti, opere su carta e sculture realizzate con tecnica mista e l’impiego di una molteplicità di materiali che si discostano radicalmente dalla tradizione.
In questo stesso periodo, la stessa città di Padova sarebbe diventata uno dei maggiori centri di diffusione di rilevanti sperimentazioni artistiche nell’ambito della percezione, design e le nuove tecnologie di allora, beneficiando degli studi specialistici della Scuola di psicologia della percezione, fondata nel 1919 all’Università di Padova e rinomata per l’apporto di maestri quali Cesare Musatti, Vittorio Benussi e Fabio Metelli.
Tra i più conosciuti, il Gruppo N nasce a Padova nel 1959 come associazione Ennea ma trova il suo assetto definitivo nel 1960 e si inserisce all’interno della più ampia rete dell’arte cinetica e programmata italiana. Ne faranno parte Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi, Manfredo Massironi. Il collettivo presente alla mostra “Arte programmata” del 1962 radicalizza il concetto di lavoro di gruppo rifiutando il principio di autorialità ricercando una nuova forma d’arte innovativa ma a causa di forte componente etica politica e normativa il gruppo si separerà nel ‘66.
Grazie alle sperimentazioni nel campo della cinetica e della percezione che fanno di Padova assieme a Milano (Gruppo T) uno dei centri di maggiore diffusione in Italia dell’Arte Programmata degli anni ‘60-’70 oggi alla Fondazione Alberto Peruzzo, nell’ex chiesa di Sant’Agnese grazie alla collaborazione con il Comune di San Martino di Lupari, la Soprintendenza di Padova, Verifica 8+1 (Biblioteca VEZ di Venezia) e Giuseppina Agostini, è possibile visitare per la prima volta assieme alcune opere rappresentative del periodo in dialogo con altre opere parte della collezione della fondazione.