1/2 Fabrizio Plessi, Liquid Life, Arsenale di Venezia, 2015
2/2 Fabrizio Plessi, Liquid Life, Galleria Giorgio Franchetti , 2015
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Fabrizio Plessi, Liquid Life, Arsenale di Venezia, 2015

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Fabrizio Plessi, Liquid Life, Galleria Giorgio Franchetti , 2015

Mostra

Plessi Liquid Life

06.05 22.11.2015

Come ha avuto modo di ricordare lo stesso Plessi:  “L’acqua è sempre stata il motivo dominante della mia vita e del mio itinerario artistico e culturale”. L’acqua è il tema dominante di due momenti espositivi distinti, parte di un unico progetto PLESSI IN VENICE, entrambi a cura di Marco Tonelli.  Il progetto, svoltosi durante la 56ª edizione della Biennale Arte di Venezia, è stato accompagnato da due cataloghi editi da Peruzzo Editoriale: uno specifico dedicato alla mostra in Ca’ d’Oro, il secondo dedicato all’installazione presso l’Arsenale.

La prima esposizione “PLESSI, LIQUID LIFE. Il flusso della memoria”, organizzata dal Polo Museale del Veneto in collaborazione con la Fondazione Alberto Peruzzo, con il patrocinio di EXPO 2015, fu presentata alla Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro di Venezia. Per questa occasione l’artista pensò ad una videoinstallazione su schermi inseriti all’interno di tavoli che rimandavano ad immagini di un “flusso elettronico” d’acqua, che rappresentano idealmente il flusso dei pensieri e dell’intera sua vita creativa.

Il secondo progetto, organizzato dalla Fondazione Alberto Peruzzo (col patrocinio del Consiglio Regionale Veneto e di VENICE TO EXPO 2015), è stato presentato nello stesso periodo alla Tesa 94 dell’Arsenale. Un’unica grande installazione, dal titolo PLESSI. LIQUID LIGHT. Per la prima volta dopo quarant’anni di carriera artistica dell’artista, l’esposizione non ha recato traccia alcuna di monitor o schermi al plasma, ma solo una tenue e misteriosa luce azzurrina, che fuoriusciva dalle chiglie di quattordici barche rovesciate, le llaüt (imbarcazioni tradizionali delle isole Baleari) con sottofondo sonoro delle onde del mare. A seguito dell’intervento della Comunità Europea che incentivava la loro dismissione, molte llaüt furono abbandonate dai pescatori. Fabrizio Plessi, dopo una fase di minuziosa ricerca e recupero a Mallorca, ha voluto dar loro nuova vita rendendole contenuto e contenitore di questa installazione che omaggia il Mediterraneo.