Il primo incontro che ho avuto con un’opera che ha tracciato un solco lungo il mio cammino nel mondo dell’arte fu a Bagheria nel 1999 visitando una mostra di Salvatore Scarpitta presso la Civica Galleria. In quegli anni frequentavo l’Università a Pisa sotto gli insegnamenti di un grande maestro, il professore Fabrizio D’Amico; stavamo studiando l’arte a Roma nel dopoguerra e dunque avevo già conosciuto, se ben in maniera ancora superficiale, il lavoro di Salvatore Scarpitta. Nel percorso di Bagheria m’imbattei in una tela dal titolo ‘Sul limite e oltre’, datata 1956; per me fu folgorante vedere dal vero un passaggio concreto dalla pittura alla lenta ed inesorabile fuoriuscita dalla tela stessa, una leggera estroflessione sembrava condurre alle tensioni che di lì a poco arriveranno nell’arte di Salvatore con la serie degli ‘Extramural’ e i ‘Senza titolo’ a partire dal 1958.
Nel 2005 ebbi modo d’incontrare Salvatore a Milano, mi ricordo il suo sguardo fiero e penetrante, la sua voce ferma e la sua gestualità da capo indiano. Parlammo di molte cose, mi ricordo in merito alla serie dei ‘Feral Runners’ e da come nacque l’idea di realizzarli, la relazione tra l’aggressività umana comparata a quella animale e il ritorno all’uso pittorico con l’utilizzo di bitumi e smalti. Ci soffermammo sulla sua grande passione per le auto e la velocità, era un incanto ascoltarlo, i suoi schizzi giovanili nella riproduzione di quei primi bolidi luccicanti, la sequenza di omaggi ai suoi eroi moderni della velocità: da Ernie Triplett a Harry Hartz da Frank Lockhart a Rajo Jack.
Questa passione portata all’estremo nelle sporche piste di sperdute contee americane dove un unico errore fatale poteva portare alla morte, la tensione e la forza di vita trasparivano ancora dagli occhi del gigante Sal. Proprio quest’anno abbiamo avuto il piacere di ospitare alcune opere di Salvatore Scarpitta presso gli spazi della Galleria Continua a San Gimignano. Per me è stata una grande soddisfazione vedere in dialogo Salvatore con le sculture di un’artista di fama internazionale quale Berlinde De Bruyckere ed una serie di opere d’arte antica all’interno del programma intitolato ‘Evergreen’. L’artista invitata a prendere parte alla prima edizione di Evergreen è Berlinde De Bruyckere. Grazie alla collaborazione con le gallerie Bacarelli-Botticelli, Robilant Voena e Montrasio Arte, le sculture dell’artista belga incontrano nelle sale di Galleria Continua i dipinti di Francesco Botti (Firenze, 1645 – 1711), Piero Dandini (Firenze, 1646 – 1712), Johann Karl Loth (Monaco di Baviera, 1632 – Venezia, 1698), Onorio Marinari (Firenze, 1627-1716), Giuseppe Petrini (Carona, 1677 – 1755/9) e un corpo di opere degli anni Sessanta dell’artista Salvatore Scarpitta (New York, 1919 – 2007).
Biografia
FABRIZIO PAPERINI | Studia Storia dell’Arte all’Università di Pisa. Da quindici anni lavora per Galleria Continua, con base principale a San Gimignano, occupandosi soprattutto di produzione, rapporto con gli artisti e vendite, presenziando alle più importanti fiere d’arte internazionali. E’ una delle colonne portanti della galleria, dopo i 3 soci fondatori.