Intervento di Umberto Zagarese

«Un’opera che mi ha particolarmente colpito di recente è “Tu o io” di Maria Lassnig (1919-2014) del 2005. Si tratta di un dipinto a olio piuttosto inquietante, come del resto la maggior parte dei lavori di questa artista austriaca, nata a Carinzia, nel quale una donna nuda, piuttosto deforme, punta una pistola contro l’osservatore e al tempo stesso ne punta un’altra alla sua tempia. Il dipinto non è certo piacevole né per il soggetto né per il messaggio che comunica, tuttavia contiene una forza pazzesca, direi quasi brutale, di come talvolta si è costretti a sopravvivere per non morire».

Maria Lassnig è considerata tra le pittrici europee più significative e introspettive, conosciuta per i suoi dipinti Körpergefühl sulla “consapevolezza corporea”, attraverso cui ricerca una consapevolezza del corpo.
Nonostante manifestasse una particolare propensione al disegno sin dalla tenera età, è grazie al suggerimento di un’amica d’infanzia che decise di intraprendere la carriera nelle Arti. Nel 1947, in piena seconda guerra mondiale, apre uno studio a Klagenfurt, un luogo d’incontro per pittori e poeti, dove incontrò l’artista Arnulf Rainer (1929), successivamente suo amante, che l’avvicinò all’Informale. Da Klagenfurt, Lassnig si trasferì in un primo tempo a Vienna, poi Parigi, infine New York; viaggi che le permisero di assorbire le influenze cubiste e informali che la portarono a sperimentare, già agli inizi del’49, disegni introspettivi del proprio corpo.
Leitmotiv costante di molte sue opere: il corpo, rappresentato nelle sembianze umane o animali, raffigura situazioni di malessere sociale dovute all’alienazione urbana e al materialismo.
Molti dei suoi autoritratti raffigurano corpi con parti mancanti o uniti tutt’uno con altri oggetti appartenenti alla vita di tutti i giorni. Con queste manipolazioni del corpo, spesso volutamente disturbanti, Lassnig richiama l’attenzione alla sua figura di donna, che assume sembianze inquietanti e robotiche.
Nella sua pittura, il mondo antropomorfo sì incontra con quello zoomorfo, in una simbiosi fra uomo e natura che risulta essere contemporaneamente drammatica e affascinante. La ricerca artistica della Lassnig rappresenta una sorta di forma di autoanalisi, cui l’artista, dalla profonda sensibilità, si sottoponeva costantemente.
Oltre all’elemento corporeo, sono frequenti anche le rappresentazioni di armi da fuoco, come nel dipinto Du oder ich (Tu o io) tra i suoi più conosciuti. La scelta di inserirle non è un tentativo di violenza verso gli altri in quanto potenziali strumenti di omicidio, bensì sintomo di un dolore interiore che affligge l’artista stessa. Nonostante la minaccia indirizzata al pubblico il soggetto del dipinto vuole essere ascoltato e salvato da una condizione di disagio.
Nonostante la pittura sia espressa tramite colori delicati e luminosi, aleggia un latente senso di morte nei suoi lavori. Le sue opere possiedono la tensione latente del conflitto fra opposti, attraggono e respingono l’osservatore, riecheggiano i suoi drammi interiori e allo stesso tempo raccontano quelli di intere generazioni.

Continua Zagarese: «L’arte è un mezzo di comunicazione che non deve esprimere solo bellezza estetica ma rappresentare anche la dura realtà che le persone non vorrebbero vedere ma che esiste. Il tema della sopravvivenza oggi è attualissimo e nessuno di noi avrebbe mai pensato di vivere una pandemia in un mondo dove si parla solo di progresso e di crescita del benessere. Eppure questa realtà la stiamo tutti vivendo molto drammaticamente in questi giorni!».

Una carriera artistica riconosciuta anche sul piano sociale, rivestendo il ruolo di pioniera del movimento femminista nelle arti visive, un risultato che è stato consacrato quasi al termine della sua vita, nel 2013, con l’assegnazione del Leone d’oro alla carriera dalla Biennale di Venezia.
Nel 2014, anno della sua scomparsa, il MoMA di New York dedicò a Maria Lassnig una grande retrospettiva conferendole così un riconoscimento artistico universale; nel 2016 è stata la volta della Tate Modern di Londra celebrare l’artista con una mostra.

Biografia

UMBERTO ZAGARESE | Commercialista e collezionista. Figlio di collezionisti, è attivo nell’aggregazione e nel coordinamento di collezionisti veneti.