L’opera “Resistenza e Liberazione” di Jannis Kounellis, commissionata nel 1994 ed inaugurata il 29 maggio del 1995 fu fortemente voluta dall’Università di Padova con lo scopo di ricordare le vicende eroiche di Ezio Franceschini, Concetto Marchesi e Egidio Meneghetti, tre professori dell’Ateneo patavino protagonisti della Resistenza partigiana. Per lo stesso artista, l’installazione site-specific ha rappresentato una tappa importante della propria carriera; un’opera commemorativa che non tardò a suscitare un acceso dibattito da parte della collettività per motivazioni di carattere estetico. Lo smarrimento iniziale nel tempo venne superato ed oggi l’opera è un simbolo dal valore prezioso legato alla storia dell’Università, ma anche alla città di Padova.
L’opera è stata realizzata con una serie di travi di legno che mostravano i segni del tempo, scheggiate, rovinate, di colori diversi, assemblate secondo una modalità già utilizzata a partire dagli anni Settanta dallo stesso artista.L’opera, incassata nella parete, si compone di stratificazioni irregolari che assumono una conformazione più lineare nella parte superiore. Jannis Kounellis ha raccolto vecchie travi di legno nei pressi della periferia della città con l’intenzione di conferire all’intero progetto un valore legato al territorio. La scelta dell’utilizzo del legno assume in questo contesto un secondo significato che rimanda alla famosa cattedra di Galileo Galilei conservata nella Sala dei Quaranta di Palazzo Bo. A completare l’opera la bandiera della Repubblica Italiana, a ricordarci il valore, l’identità, la storia della Nazione e degli italiani.
La Fondazione Alberto Peruzzo ha sostenuto il restauro di questa importante opera di Kounellis a poco più di 25 anni dalla sua realizzazione, per partecipare alle celebrazioni degli 800 anni dell’Università che la ospita.
Le operazioni di intervento di manutenzione straordinaria sull’opera “Resistenza e Liberazione”, eseguite dalla restauratrice Valentina Piovan, sono state pensate valutando le intenzioni dell’artista nella sua esecuzione. Si è dovuto considerare il degrado dell’opera come intenzionale, voluto dall’artista, quindi come “tecnica esecutiva”. Sono state svolte operazioni di rimozione di depositi incoerenti, di controllo dell’adesione dei residui di colore, preparazione e fissaggio delle superfici lignee (con tecniche non invasive), disinfestazione con biocidi a solvente adeguati, preliminarmente testati. Infine è stata eseguita una mappatura per catalogare gli elementi impiegati nella realizzazione dell’opera, con indicazione del posizionamento, misura, stato compositivo della specie lignea utilizzata, del livello del degrado in atto al fine di tenere monitorata l’opera nel tempo.
Ringraziamenti
Un ringraziamento all’Università degli Studi di Padova, Giovanna Valenzano, all’Archivio Kounellis e Michelle Coudray per la partecipazione.
Crediti
Restauro: Valentina Piovan
Fotografie: Marco Furio Magliani
Testi: Vincenzo de Bellis e Guido Bartorelli