Un museo nel sottosuolo. Le stazioni dell’arte a Napoli

A Napoli, l’arte contemporanea viaggia in metropolitana all’interno e subito fuori dalle sue fermate. Tipiche zone di passaggio, sono oggi luoghi per vivere e “assaporare” l’arte contemporanea in ogni momento della giornata.
Le Stazioni dell’Arte sono un vero e proprio museo decentrato, uno stupefacente progetto urbanistico promosso dall’amministrazione comunale che rende i luoghi della mobilità unici ed artistici. Un’esperienza culturale che vale di più del prezzo di una corsa, e tocca 15 fermate, ognuna curata nei minimi dettagli da architetti e artisti di fama internazionale.
L’itinerario completo permette di ammirare circa duecento opere di grandi artisti tra Arte Povera e Concettuale fino ai nostri giorni. La più nota è quella di Toledo, inaugurata nel 2012 e nominata dal quotidiano britannico Daily Telegraph come la stazione più suggestiva tra 22 stazioni di grandi metropolitane europee.

Ciò che affascina di questo spettacolare progetto architettonico, che porta la firma dell’architetto catalano Oscar Tusquets Blanca, è la sua superficie musiva con tessere Bisazza.
Un’atmosfera marina ricreata nelle sue diverse sfaccettature, dal nero della terra, all’ocra del tufo e della pietra fino al celeste della falda e all’azzurro del mare.
Una spettacolare discesa negli “abissi” della stazione all’interno del grande “Crater de luz”, che attraversa tutti i livelli della stazione corredato da luci a led azzurre che si mescolano alla luce filtrata dall’esterno.
Ad accompagnare i passanti lungo le scale mobili lettere in argento specchiante su grandi pannelli neri realizzate da Lawrence Weiner, che ha fatto del significato etimologico il suo mezzo di espressione. Weiner è tra gli artisti che negli anni ’70 ha sancito il predominio dell’idea” e del “concetto” rispetto alla realizzazione dell’opera stessa che trova la sua interpretazione esclusivamente attraverso l’osservatore.
La frase epigrammatica che si legge è “Molten copper poured on the rim of the bay of Naples. / Rame fuso colato sulle rive del golfo di Napoli.”

Come non citare la fermata Dante di Gae Aulenti con l’installazione di Joseph Kosuth, uno dei pionieri dell’Arte Concettuale e installativa che dagli ’60 si dedica alla realizzazione di opere sull’uso del linguaggio come definizione dell’oggetto artistico. Qui, una citazione sulla percezione visiva tratta dal Convivio di Dante Alighieri riprodotta con tubi al neon.
Sempre all’interno della fermata Dante, troviamo le opere dei grandi artisti dell’Arte Povera. Tra queste un’installazione di Jannis Kounellis, strisce di ferro simili a binari sono fissate ad una parete in cui sono incastrati un soprabito, un cappello, dei trenini giocattoli e tante paia di scarpe.
Molti lo conoscono per i suoi specchi, capaci di trasformare in creatore il mero fruitore dell’opera d’arte, invitandolo ad entrare nel processo creativo.  Qui, all’interno della fermata, frammenti di specchio di Michelangelo Pistoletto sono tenuti insieme da linee rosse e nere che richiamano il profilo del Mediterraneo. Per la metro Garibaldi Pistoletto realizza Stazione, una serie di pannelli in acciaio specchiante dove sono serigrafate immagini di viaggiatori e passanti a grandezza naturale.

Arriviamo alla stazione Vanvitelli. Al suo interno è possibile ammirare due delle ultime opere realizzate da Mario Merz e le stelle di Gilberto Zorio.
La grande spirale al neon azzurro installata sulla volta da Merz. Si tratta della rappresentazione geometrica della serie di Fibonacci che prosegue in un’altra installazione sul fondo della metro rappresentante animali preistorici. A seguire, le grandi stelle in acciaio realizzate da Zorio appese alle pareti del piano intermedio. La stella, immagine di energia e di tensioni contrastanti, ricorre spesso nell’estetica di Zorio, solitamente accompagnata dal giavellotto, oggetto che richiama le origini storiche dell’uomo e la sua capacità di manipolazione della natura.

Ultima fermata Materdei con le coloratissime pareti di Sol LeWitt, della serie Wall drawings, dipinti geometrici dalle accese cromie, realizzati sulle pareti nella ricerca di una totale integrazione tra arte e architettura. La stessa gamma di colori viene utilizzata per Splotches, un’installazione realizzata per il fondo del corridoio attraverso l’uso del software, sulla base di un set di istruzioni fornito dall’artista.

Il nostro percorso termina qui, ma l’itinerario artistico nel sottosuolo napoletano continua in numerosi altri luoghi da vivere e scoprire.

Lo straordinario progetto delle Stazioni dell’Arte rappresenta un importante processo di riqualificazione del tessuto urbano che ha saputo trasformare posti spogli in luoghi accattivanti, offrendo allo stesso tempo la possibilità di vivere l’arte attraverso un percorso espositivo aperto, per una fruizione nuova e dinamica dell’opera d’arte.