L’artista siciliano Alessandro Piangiamore per la rubrica ha presentato un’opera del pittore romantico tedesco Caspar David Friedrich.
«Gebirgslandschaft mit Regenbogen (Paesaggio montano con arcobaleno) è pervaso di una forza immensa certamente dovuta alla disparità di forze tra uomo e natura. Un omino piccolo che osserva un arcobaleno, effimero prodigio della natura e ponte di speranza. Mi piace quell’omino, lo immagino intento a sperare che quell’arcobaleno non scompaia, sapendo per certo che la sua aspettativa verrà disattesa».
L’opera fu realizzata tra il 1809 e il 1810 dopo un viaggio in Germania, lungo le coste del Mar Baltico.
In primo piano è raffigurato un viandante, appoggiato ad un roccia e a un bastone. Notiamo i pantaloni bianchi e la camicia rossa, fortemente in contrasto con la tinta dell’ambientazione circostante. Egli volge lo sguardo verso lo sfondo dove si apre un oscuro abisso.
Il paesaggio raffigurato si caratterizza per un susseguirsi di arbusti e di montagne che si inclinano verso il centro del dipinto. Al di sopra, si alza una luce a forma di arcobaleno.
Nelle opere di Friedrich è tipico trovare un netto contrasto tra il primo e secondo piano della rappresentazione per separare il piano fisico e quello spirituale dell’esistenza.
Ciò avviene anche in questo dipinto. In primo piano, il sole illumina il fogliame e gli abiti del viaggiatore, mentre l’oscurità della notte riempie il resto dell’immagine. Entrambi i mondi sono unificati dalla presenza dell’arcobaleno, che nel racconto della Genesi dell’Arca di Noè simboleggia l’alleanza tra Dio e l’umanità.
Continua Piangiamore:
«Mi piace quella piccola figura soprattutto perché mi ricorda un quadro che mia nonna teneva in sala da pranzo. C’era un fiume, un mulino ad acqua, delle montagne ed un piccolo omino dai tratti indefiniti con una camicia rossa (proprio come nel dipinto di Friedrich), minuscolo ma prepotente all’interno del paesaggio.
Ecco, io credo di essermi innamorato dell’arte con quel quadro, salivo sul divano per guardarlo da vicino, me lo ricordo ancora bene, più ne parlo più ritorna vivo».
Biografia
ALESSANDRO PIANGIAMORE | Nato a Enna nel 1976. Vive e lavora a Roma e a Torino. Tra le partecipazioni più recenti, mostre personali, La Chair des choses (Dans la poussière, les abeilles et le pétrole font la lumière), Centre d’art contemporain La Halle des bouchers,Vienne, curated by Marc Bembekoff and Xavier Jullien, La Chair des choses (Une Rose et quatre vents), Espace arts plastiques Madeleine-Lambert, Vénissieux, curated by Marc Bembekoff and Xavier Jullien, Marango, Casa Italiana Zerilli-Marimò, New York, in collaboration with Magazzino Italian Art, curated by Vittorio Calabrese, mostre collettive, Luogo e Segni, Punta della Dogana, Pinault Collection, Venice, curated by Martin Bethenod and Mouna Mekouar, Nature is what we see, Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, Lugano, CH, Ragione e Sentimento, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma.