Premio Barbara Cappochin. La sfida della qualità

La Fondazione Barbara Cappochin si impegna da sempre a far conoscere lo stretto legame tra la qualità della vita e quella dell’architettura, un connubio che può apparire insolito, quasi illogico, ma che si rivela in realtà concreto, profondo e imprescindibile. Questo principio guida il Premio di Architettura Barbara Cappochin, che si pone l’obiettivo di promuovere un’architettura di qualità, capace di integrare dimensione umana, rispetto per l’ambiente, utilizzo appropriato di materiali e un equilibrio tra estetica, funzionalità e sostenibilità.

Nel 2024, l’edizione del ventennale della Biennale Internazionale di Architettura Barbara Cappochin ha visto una straordinaria adesione con più di 300 opere provenienti da 33 Paesi di tutti i continenti, un incremento di oltre il 50% rispetto all’edizione precedente. Questo aumento significativo di partecipazione ha portato la Giuria internazionale a confrontarsi con una molteplicità di approcci e idee, valorizzando in particolare progetti capaci di esprimere inclusività, sostenibilità ambientale e rispetto per il contesto sociale e paesaggistico. Interventi che puntano a una conservazione funzionale degli elementi originari.

I premi assegnati hanno quindi valorizzato l’architettura che va a riqualificare e a ripensare i luoghi, talvolta abbandonati, per rimetterli in circolo, a disposizione della collettività.

In questo contesto, trova felicemente spazio, premiato con la seconda menzione d’onore del Premio Regionale, il restauro progettato dallo Studio Architetti Borchia Associati della ex Chiesa di Sant’Agnese, oggi sede della Fondazione Alberto Peruzzo. È stata apprezzata la realizzazione di un’architettura che ha consentito il riutilizzo dell’edificio a spazio museale privato, aperto alla città. Un intervento che ha saputo creare una nuova relazione con l’ambiente urbano e mantenere il rispetto per la struttura originale, reinterpretata con un linguaggio contemporaneo.

Leggendo le motivazioni della giuria relativamente alle realtà premiate saltano agli occhi parole significative come aggregazione, rispetto, partecipazione, inclusione, paesaggio, collettività, cohousing, uguaglianza di genere. Architettura come mezzo di empowerment, ovvero quale insieme di azioni e interventi mirati a rafforzare il potere di scelta degli individui e ad aumentarne le responsabilità, migliorando competenze e conoscenze.

La motivazione della giuria circa l’assegnazione della seconda menzione d’onore alla Nuova Sant’Agnese: 

Architettura consapevole. Il restauro della chiesa, in chiave culturale, è riconosciuto dalla giuria come un approccio corretto per un intervento nel centro della città di Padova. Un’architettura “misurata” che mira a riutilizzare l’edificio rispettando la struttura originale con un nuovo linguaggio e materiali contemporanei. Un’attenzione anche agli spazi aperti e al rapporto con la luce. Un progetto di restauro, tipico tema italiano e territoriale, finalizzato alla salvaguardia del disegno compositivo dei prospetti e della struttura esistente, attraverso il recupero conservativo e funzionale degli elementi architettonici e spaziali originari, nell’ottica di un intervento non invasivo e di ricucitura delle trasformazioni e degli inserti novecenteschi, con soluzioni che potessero in qualche misura valorizzare anche la discontinuità nell’uso dei materiali, nell’ottica di una nuova e moderna fruizione.

Un approccio strettamente legato alle sfide del presente, che punta a coinvolgere l’individuo nel miglioramento della relazione col territorio e la collettività. Una sorta di “etica applicata” alla progettazione che testimonia come le scelte per un futuro migliore siano davvero possibili. A testimoniare l’importanza di questa edizione, il Presidente dell’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Padova Roberto Righetto ha sottolineato:

“È un orgoglio ulteriore avere proprio qui a Padova uno dei progetti assegnatari della menzione d’onore. Questo scenario mondiale di “architettura di qualità”, offerto dalla Biennale Barbara Cappochin, non può che essere di auspicio affinché possa generarsi una positiva contaminazione per il ruolo che l’architettura dovrebbe assumere nella società.”

A completare il percorso culturale, le migliori 40 opere internazionali e le migliori 10 regionali selezionate dalla giuria internazionale sono state esposte tra il mese di giugno e quello di luglio 2024 a Padova, in Piazza Cavour, sui tavoli dell’architettura progettati da Renzo Piano.