Una fabbrica abbandonata convertita a polo museale tra i più visitati al mondo. Parliamo delle Tate Modern di Londra che ha da poco celebrato il suo 20esimo anniversario. Era il 12 maggio del 2000, quando fu inaugurata la galleria d’arte moderna e contemporanea che avrebbe accolto oltre 5 milioni di persone all’anno.
Situata nel pieno centro della capitale britannica lungo la riva meridionale del Tamigi, la Tate Modern occupa gli spazi di una precedente centrale termoelettrica costruita tra il l ‘47 e il ’63, la Bankside Power Station, progettata da Sir Giles Scott, autore della celeberrima cabina telefonica inglese.
Nel 1981, a causa degli aumenti di prezzo del petrolio e degli ingenti costi di manutenzione, lo stabile è costretto a chiudere. Una decina di anni dopo la Tate Gallery, che contava all’epoca la Tate Britain nella via di Millbank, la Tate Liverpool e la Tate St. Ives in Cornovaglia, decise di acquistare l’intero sito industriale. L’appalto dei lavori fu affidato allo studio Herzog & de Meuron, la cui firma appare sui progetti dell’Allianz Arena di Monaco e lo stadio di Pechino delle Olimpiadi del 2008.
Il risultato, un immenso spazio espositivo sviluppato su tre ambienti distinti ma connessi tra loro, le cui strutture architettoniche sono state conservate e valorizzate senza alterarne l’aspetto originale.
La Boiler House, parte della vecchia centrale che in passato ospitava le caldaie, offre oggi spazio a gran parte delle gallerie espositive del museo. La Turbine Hall, lo scenografico ingresso del Museo realizzato dalla rimozione dei precedenti macchinari, è utilizzato come area espositiva per opere scultoree e site-specific di artisti contemporanei.
Un esempio, Maman, opera dell’artista Louise Bourgeois che sancisce un momento storico per l’istituzione inglese: fu esposta per la prima volta nella sala delle turbine in occasione dell’inaugurazione. Al tempo, accolta con reazioni contrastanti di stupore e divertimento. La scultura, raffigurante un ragno con una sacca contenente 32 uova di marmo, è tra le più grandi del mondo e l’unica realizzata in acciaio inossidabile. Oggi di proprietà della Tate Modern che acquisì l’opera nel 2008.
Parlando della Turbine Hall, come non menzionare l’installazione di The Weather Project (2003) dell’artista danese Olafur Eliasson in cui sperimentò la luce e le sue declinazioni cromatiche attraverso la ricreazione del Sole e di tutta la sua energia. Un gigantesco pannello semicircolare retroilluminato scende da un soffitto composto da pannelli riflettenti che amplificano la superficie illuminante e la percezione del volume della sala.
Oppure, come dimenticare Test Site (2007), l’installazione interattiva dell’artista belga Carsten Holler composta da cinque scivoli in plexiglass, vetro e metallo che chiunque poteva sperimentare scivolando all’interno di essi.
Infine la nuova Switch House, nella parte sud dello stabile dove si trovavano i vecchi serbatoi sotterranei per il petrolio, che aggiunge altri 20.700 metri quadrati di spazi espositivi.
Il museo ospita oggi mostre permanenti e temporanee dei più celebri artisti contemporanei. Esposizioni, tra l’altro, totalmente gratuite ad eccezione di alcune per progetti speciali, da qui, forse, il segreto del suo successo. Secondo un recente articolo sulla rivista The Art Newspaper, nel 2019, la Tate Modern è stata il sesto museo più visitato al mondo, con una cifra record pari a oltre 6 milioni di visitatori; in una top ten in cui compaiono il Louvre di Parigi, il Museo Nazionale della Cina di Pechino, i Musei Vaticani, il Met di New York e il British Museum di Londra.
Tra le mostre più recenti ricordiamo la grande retrospettiva dedicata a Edvard Munch nel 2012, con oltre 60 opere dell’artista norvegese, la personale dedicata all’esponente Fauvista Henri Matisse nel 2014, la personale dedicata al Maestro del Cubismo Pablo Picasso nel 2018 e più vicina ai nostri giorni, la personale sul padre della Pop Art Andy Warhol, chiusa pochi giorni dopo l’inaugurazione a causa dell’emergenza sanitaria. E per il suo 20esimo anniversario, un compleanno a opera d’arte con l’esposizione Maman di Louise Bourgeois , Infinity Mirrored Room di Yayoi Kusama e performance di Our Labyrinth di Lee Mingwei.
20 anni e non li dimostarli! La Tate Modern è stata e continua ad essere un trionfo dell’architettura e della rigenerazione urbana, un progetto urbano che ha saputo trasformare il “lato brutto” del Tamigi in una meta da non mancare. Ma il museo non intende fermarsi. Ha, infatti, in programma di ampliare ancora del 60% gli spazi espositivi costruendo un nuovo edificio all’esterno dell’attuale.